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A Polignano trenta altalene d’autore: e dondolarsi diventa un gesto artistico

A Polignano trenta altalene d’autore: e dondolarsi diventa un gesto artistico

MARINO A Polignano trenta altalene d’autore: e dondolarsi diventa un gesto artistico Sono firmate dall'artista Francesco Arena: per la prima volta, anziché la mostra personale nel Museo Pascali, ha voluto proporre una operazione di arte pubblica diffusa.

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POLIGNANO - I cittadini e visitatori di Polignano possono dondolarsi su 30 altalene collocate in altrettanti spazi aperti e chiusi del territorio. Ma non si tratta di una offerta di svago estivo. Le tavolette di seduta sono fuse in bronzo dorato come una scultura e su ciascuna sono incise frasi sui temi più vari, ad opera di scrittori, critici, intellettuali. Sino altalene ideate da Francesco Arena, l’artista che ha voluto così festeggiare, in modalità inconsuete, l’attribuzione del premio Pino Pascali 2024. Per la prima volta infatti, dopo 24 edizioni, il premio istituito per onorare il grande artista pugliese è stato attribuito ad un autore nato anche lui in Puglia (Torre Santa Susanna, 1978) e che in Puglia (a Cassano Murge) vive ed opera, pur avendo conseguito fama nazionale. E per la prima volta, anziché la solita mostra personale dentro il Museo Pascali, Arena ha voluto proporre una operazione di arte pubblica diffusa, partecipativa e relazionale, in chiave popolare e anche ludica - perché no - che conferisce una svolta di calviniana leggerezza alla complessità concettuale del suo immaginario.

La prima idea apparve nel 2022 con l’altalena collocata nella chiesa sottostante il Castello di Monopoli, per la rassegna «Panorama». Lì era incisa una frase tratta dall’ Anna Karenina di Tolstoj: Tutti i giorni presenti si somigliano tra loro/ogni giorno passato è differente a suo modo. È l’unica che si può citare, le altre sono top secret: la «scoperta» del messaggio (di vita, di arte) mentre ci accingiamo a volteggiare fa parte del gioco mentale ed emozionale che viene proposto. Quel prototipo è una delle quattro altalene che recano frasi scelte dall’artista, da Dostoevskij, Daniele Del Giudice e Jon Fosse (premio Nobel 2023 per la letteratura). Tutte le altre sono di libera invenzione da parte degli autori da lui invitati, tra cui i «nostri» Gianrico Carofiglio e Nicola Lagioia.

La svolta dell’artista, dicevo. La memoria di un gioco da giardino nell’età dell’innocenza, condita dalla citazione ironica delle immaginette popolari fiorite dopo la famosa «Altalena» rococò di Fragonard, si sposa alla proposta di esperire un tempo oscillante tra impennate nel passato e slanci nel futuro. Appagato di vertigini in un presente senza progetto (come il metronomo di Man Ray, un object à detruire). Del resto, il ludismo è parte notevole della liquidità contemporanea (vedi per esempio le giostre con seggiolini e gli scivoli di Carsten Holler). Arena ne propone una versione meridionale, da vivere in slancio collettivo. Ma l’aura del bronzo, l’immaginario delle scritture, collegano le altalene alle recenti fasi di una strategia di riscaldamento della linea «fredda», concettual -poverista, che gli ha conferito identità: le installazioni minimali con le quali riduceva il suo corpo a misure di rigorosa allucinazione e i fatti della storia - da Aldo Moro in poi - erano evocati con relazioni numeriche in tempo fermato. Casse di legno, blocchi di pietra, aste metalliche, libri e ceneri. Ma anche - e non da ora - accenti di nostalgia local,come i frammenti o le citazioni di luminarie pugliesi.

Il premio gli è stato attribuito da una commissione composta da Giuseppe Teofilo direttore della Fondazione Pascali, Francesco Guzzetti, Nicoletta Lambertucci. Ha curato il testo critico Bruna Roccasalva, presidente della Fondazione Furla. La cerimonia di apertura sabato 6 luglio in largo Gelso, ore 19. È disponibile una mappa delle altalene, fruibili sino al 13 ottobre 2024.

Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno


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