Alimentazione infantile: in Italia l’80% degli spot televisivi è diseducativo
Secondo gli ultimi studi, i bambini italiani sono sottoposti a un boom di informazioni pubblicitarie sugli snack poco salutari. Lo dimostrano due istituti di ricerca milanesi, che hanno passato al setaccio gli spot delle emittenti televisive più popolari.
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Condividi su:Giusto qualche mese fa, uno studio pubblicato sulla rivista americana Pediatrics accendeva il dibattito sui kidinfluencers, le giovani celebrità di YouTube che intrattengono i propri coetanei con clip subdole e accattivanti, promuovendo il consumo di cibo spazzatura. Facile riconoscerli: sfiorano i 30 milioni di fan e pubblicizzano senza sosta snack dolci e salati, dagli hamburger alle merendine infarcite di zuccheri. Vista la popolarità, non sorprende che queste piccole star del web rappresentino un utile mezzo di comunicazione per i colossi del junk food, disposti a pagare profumatamente i loro video. Il problema, però, non si limita all’America: basta qualche click per appurare l’esistenza di casi analoghi in Italia, dove i dati più recenti sull’alimentazione infantile sono tutt’altro che incoraggianti; secondo la Società Italiana di Pediatria, infatti, ad oggi 2 bambini su 10 risultano in sovrappeso, e 1 su 10 è obeso. Ma lo schermo del computer non è l’unica fonte di insidie: a confermarlo, uno studio condotto da due istituti di ricerca italiani sul contenuto e la frequenza degli spot pubblicitari trasmessi da alcuni canali TV per bambini e adolescenti (e sarebbe interessante espandere).
Fresca di pubblicazione sul Public Health Nutrition Journal, l’indagine italiana sugli spot per l’infanzia conferma che la televisione è ancora molto lontana dal proporre contenuti adeguati al livello di consapevolezza degli spettatori.
Tanta, troppa pubblicità dedicata al cibo, con un focus specifico sugli snack meno salutari della grande distribuzione.
Fonte: gamberorosso.it