Coronavirus, è boom di richieste di divorzi
Proprio come era successo in Cina, anche il resto del mondo sta registrando un boom di richieste di separazioni e divorzi. In Turchia, il numero di richieste è aumentato di 4 volte rispetto a gennaio, come ha dichiarato l’avvocato Engin Karaha. Il trend sembra affermarsi anche negli Stati Uniti, e nemmeno l’Italia ne è esclusa.
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Condividi su:La convivenza forzata, durante il lockdown per vincere il coronavirus, ha amplificato i sentimenti nei confronti dei fidanzati o dei coniugi, e in molti casi ha contribuito a scombinare definitivamente equilibri già fragili. Proprio come era successo in Cina, anche il resto del mondo sta registrando un boom di richieste di separazioni e divorzi. In Turchia, il numero di richieste è aumentato di 4 volte rispetto a gennaio, come ha dichiarato l’avvocato Engin Karaha. Il trend sembra affermarsi anche negli Stati Uniti, e nemmeno l’Italia ne è esclusa.
«Riuscire a fornire dati esaustivi sul fenomeno non è ancora possibile, ma da qualche settimana sto ricevendo circa il doppio delle richieste di informazioni per procedere alla separazione legale o per rendere effettivo il divorzio», ha spiegato l’avvocato Valentina Ruggiero, esperta in diritto di famiglia. «Questa situazione ha fatto esplodere tensioni latenti o ha esasperato situazioni già critiche, portando i partner alla decisione di prendere strade diverse».
In Cina, però, in molti casi le richieste di divorzio si sono rivelate decisioni affrettate, seguite da ripensamenti. E diverse coppie, dopo avere chiesto e ottenuto l’autorizzazione a sciogliere anche formalmente il legame, hanno deciso di risposarsi mentre il loro certificato di divorzio era ancora in fase di stampa.
Per questo l’avvocato suggerisce un po’ di cautela: «Dato il forte carico di stress emotivo degli ultimi due mesi, il mio primo consiglio è quello di valutare bene insieme al partner, per capire se si tratti di una crisi dovuta al momento o se, effettivamente, il rapporto è arrivato al capolinea. Consiglio anche a tutti i miei colleghi di cercare di fare lo stesso. Nella maggior parte dei casi, non si tratta di una decisione presa a cuor leggero, ma di un reale desiderio di separazione, ma credo sia nostro dovere morale cercare di individuare quella piccola percentuale di casi che più di un avvocato divorzista ha bisogno di un aiuto psicologico».
Intanto, il Consiglio nazionale forense ha deciso di permettere alle coppie che richiedono la separazione consensuale di farlo anche via mail, e sono state avviate udienze virtuali che verranno gestite agli avvocati via web senza richiedere la partecipazione delle parti. Questo sistema per ora è in vigore a Torino, ma anche Vercelli, Monza e Verona.
Fonte: vanityfair.it