
Così gli africani nascondevano nelle treccine le mappe per fuggire dalla schiavitù.
Esteticamente sono belle da vedere, ma quanti sanno qual è la storia che si cela dietro le treccine africane?
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Condividi su:Uno scenario dai contorni oscuri che racconta la fuga dalla schiavitù, perché dietro queste acconciature un tempo, si nascondevano delle vere e proprie mappe.
Oggi vanno di moda soprattutto tra le star, ma in estate sono tanti coloro che sfoggiano treccine afro in testa. Nelle società africane, trecce e treccine indicano la comunità, ma anche età, stato civile, posizione sociale e perfino la religione. Un’acconciatura caratteristica che consiste proprio nell’intrecciare i capelli molto vicini al cuoio capelluto, con un movimento ascendente e diretto per creare una singola linea di fila sollevata.
Raffigurazioni di donne con treccine sono state trovate nei dipinti dell’età della pietra nell’Altopiano di Tassili nel Sahara, e sono state datate nel lontano 3000 a.C.
Ma queste treccine hanno giocato un ruolo fondamentale durante la tratta degli schiavi nell’Atlantico, quando molti schiavi furono costretti a radersi i capelli e allontanati dalla loro cultura e identità. Altri invece, intrecciavano i capelli, ma non solo per avere un aspetto pulito e ordinato. Gli schiavi africani, infatti, hanno usato le loro treccine per disegnare nel cuoio capelluto mappe per fuggire dalle piantagioni. Si dice che questo atto di usare i capelli come strumento di resistenza sia stato evidente in tutto il Sud America.
Fonte: Greenme