Farsi male da soli, cresce l'autolesionismo tra i giovani
Tagliarsi, bruciarsi o colpirsi per distrarsi da una sofferenza emotiva che non si riesce a gestire e sopportare: è la molla che spinge molti ragazzi a farsi del male da soli.
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Condividi su:Un fenomeno in crescita, quello dell'auto-lesionismo, anche in Italia, dove almeno 1 adolescente su 7 vi ricorre, come nel resto del mondo. Secondo una ricerca dell'università del Queensland, che ha passato in rassegna una dozzina di studi condotti tra Usa, Canada e Gran Bretagna e pubblicata sulla rivista Suicide, a farsi male da solo è 1 adolescente su 5.
Di solito il primo episodio avviene a 15 anni, anche se parecchi iniziano un po' più tardi, a 17-18 anni. Poche persone smettono di farlo.
Anche in Italia è un fenomeno sempre più diffuso, con 1 giovane su 7 che ha compiuto un atto del genere almeno una volta nella sua vita, come rileva Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia.
"L'autolesionismo è una strategia di regolazione emotiva di fronte a ciò che viene vissuto come intollerabile e indesiderabile – afferma lo psichiatra - ferendosi la persona cerca di trasformare la sofferenza emotiva, che non sa gestire, in una sofferenza fisica che lo distrae, sentendosi così sollevato". Secondo lo studio australiano, esistono pochi centri specializzati in terapie sull'autolesionismo, che quasi sempre viene considerato più come un sintomo e non una malattia in se', come la depressione.