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Il 6 luglio 1907 nasceva Frida Khalo: la vita di un’icona

Il 6 luglio 1907 nasceva Frida Khalo: la vita di un’icona

Vita e storia di Frida Kahlo, icona intramontabile dell'arte popolare che infrange i tabù legati al corpo femminile.

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Il 6 luglio 1907, a Città del Messico, nasceva Frida Khalo, l’artista latinoamericana più celebre del XX secolo. Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderòn nasce da genitori ebrei tedeschi emigrati dall’Ungheria a Città del Messico.

La sua infanzia è felice nonostante la malattia del padre. Infatti, ella, ricordando il genitore, raccontò: “Grazie a mio padre ebbi un’infanzia meravigliosa, infatti, pur essendo molto malato fu per me un magnifico modello di tenerezza, bravura e soprattutto comprensione per tutti i miei problemi”.

Il padre di Frida Khalo sarà d’ispirazione per la sua produzione artistica futura, essendo anch’esso un pittore ed un fotografo. L’artista descriveva, invece, la madre come una donna dall’intelligenza vivace,simpatica ma anche calcolatrice, crudele e religiosa in modo fanatico.

A sei anni Frida Khalo si ammala a causa della poliomielite: gamba e piede destro rimarranno per sempre deformi. Ciò scatenerà la crudeltà dei bambini suoi coetanei che le daranno il soprannome di “Frida pata de palo“, Frida gamba di legno.

Dopo il liceo, la futura artista studia per intraprendere la carriera di medico. Questo è anche il periodo in cui Frida Khalo prende parte al gruppo politico dei “cachucas, studenti che sostengono le idee socialiste nazionaliste del ministero dell’istruzione.

La vita della giovane studentessa, però, sarà presto sconvolta da un tragico evento: il 17 settembre 1925l’autobus diretto a Coyoacán, su cui Frida viaggiava col suo ragazzo, Alejandro Gomez, si scontra con un tram.

Le parole della Khalo riguardo l’incidente lasciano trasparire tutta la tragicità dell’evento: “Salii sull’autobus con Alejandro. Poco dopo l’autobus e un treno della linea di Xochimilco si urtarono. Fu uno strano scontro, non violento ma sordo, lento e massacrò tutti. Me più degli altri. È falso dire che ci si rende conto dell’urto, falso dire che si piange. Non versai alcuna lacrima. L’urto ci trascinò in avanti e il corrimano mi attraversò come la spada il toro“. Il corrimano attraverserà il corpo della giovane donna da parte a parte.

Solo un anno dopo l’incidente Frida riceverà una diagnosi vera e propria. Frattura della terza e quarta vertebra lombare, fratture al piede e al bacino, lussazione del gomito, ferita profonda all’addome, Peritonite acuta: la giovane donna dovrà portare il busto per nove mesi e dovrà stare a riposo a letto per almeno due mesi dopo le dimissioni dall’ospedale.

È in questa tragica circostanza che Frida Khalo scopre il potere curativo dell’arte. L’artista raccontò: “Da molti anni mio padre teneva una scatola di colori a olio, un paio di pennelli in un vecchio bicchiere e una tavolozza. Nel periodo in cui dovetti rimanere a letto approfittai dell’occasione e chiesi a mio padre di darmela“. La madre di Frida monterà sul letto della degente un grande specchio affinché la figlia, immobilizzata, potesse almeno vedersi.

Così nascono i famosissimi autoritratti che infrangono i tabù riguardo il corpo e la sessualità femminile. Col passare dei mesi, Frida si dedica con sempre maggiore consapevolezza alla pittura, nonostante la salute le permettesse pochissimo movimento: “I miei quadri sono dipinti bene, non con leggerezza bensì con pazienza. La mia pittura porta in sé il messaggio del dolore”.

Fonte: 21secolo.news


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