La pizza non fa male, ecco i miti da sfatare.
Troppo lievito, troppa combustione: la pizza fa male. Troppi grassi, l'olio è assolutamente da evitare in favore di altre tipologie di grasso. Le patate? Semplicemente demoniache.
Condividi su:Tutti noi ci siamo sentiti dire questo e molto altro durante il nostro approccio all'alimentazione da adulti - ma anche prima non si scherzava, con le credenze popolari - con il risultato che molti cibi sono stati spesso banditi senza possibilità d'appello, anche fuori dai confini nazionali, su basi assolutamente infondate. Basti pensare al caso di poco più di un anno fa, quando secondo il "semaforo della qualità nutrizionale" presente in Francia e Inghilterra, l'olio extravergine d'oliva era da bandire, poco più su del junk food, mentre invece i soft drink senza zucchero si meritavano quasi un verde.
In un'epoca in cui le notizie e le informazioni, anche sulla propria salute, si cercano su Internet, l'eventualità che la convinzione popolare e il rimedio della nonna diventino scienza pura è dietro l'angolo. Con il risultato, in questo caso, di renderci tristi e di privarci di cibi che in realtà non andrebbero eliminati dalla nostra dieta. Solo conosciuti e gestiti meglio. A sdoganare questo revisionismo alimentare la rivista Delish, che in collaborazione con alcuni nutrizionisti ha stilato una classifica dei miti negativi da sfatare. Sul podio? La pizza e l'olio d'oliva.
L'olio ha da sempre una cattiva reputazione. Troppo grasso, per quanto goloso, fare la scarpetta in un sugo pieno d'olio sarà sicuramente gratificante per il palato ma una pessima scelta per l'organismo, così come per alcuni è meglio condire la propria insalata in altro modo, piuttosto che con un giro abbondante d'olio. In realtà se lavorato in maniera salutare con un buon procedimento di estrazione, e scelto di buona qualità è il grasso più salutare che possiamo portare a tavola. Basta gestire bene le quantità. L'olio più sano resta l'extravergine d'oliva - che aiuta a sintetizzare numerose proteine necessarie al nostro organismo -; in alternativa, l'olio di semi di lino o l'olio di avocado, per quanto quest'ultimo sia difficile da reperire in Italia. Cosa li accomuna? L'essere ricchi di acidi grassi monoinsaturi, salutari per il nostro cuore, e poveri invece delle tipologie di grassi più nocive per il nostro organismo. E la possibilità di essere estratti a freddo, in quanto questa tipologia di lavorazione permette di conservare tutti in nutrienti salutari.
La pizza
Mangiare quella unta, comprata a basso prezzo nella pizzetteria a taglio industriale sotto casa - sono presenti ovunque, anche in Italia, e tutti abbiamo acquistato li almeno una volta, inutile negarlo - sicuramente non è la scelta migliore del mondo, soprattutto per il girovita e per il nostro fegato. Ma per quanto piena di condimento e ricca di carboidrati, la pizza non è il cibo della felicità per sbaglio, anche qui basta scegliere bene. Donna Rose, la nutrizionista intervistata dal reportage americano, suggerisce di sceglierla con un condimento ben particolare: molte verdure, formaggio magro e soprattutto pomodori, in quanto "forniscono vitamine A e C, oltre a potassio, fosforo, acido folico, beta-carotene e una miriade di altri nutrienti benefici". Un discorso che non è estraneo alla pizza napoletana. Basti pensare che Franco Pepe - pluripremiato pizzaiolo n° 1 al mondo per 50 Top Pizza - ha dedicato un intero menu della sua Pepe in Grani a Caiazzo, nell'alto casertano, proprio a una pizza bilanciata in modo da essere totalmente sostenibile e ricca dal punto di vista nutrizionale. La sua scelta? In collaborazione con una nutrizionista, quella di diminuire il peso del panetto e di studiare gli abbinamenti in modo che siano totalmente digeribili e ben assimilabili.
Fonte: repubblica.it