La storia del medico che scoprì l’importanza di lavarsi bene le mani 175 anni fa
Era solo il 1847 quando un medico ungherese scoprì l'importanza di lavarsi bene le mani. Lui era Ignaz (o Ignác) Semmelweis e mai si sarebbe aspettato che negli anni 2000 i suoi consigli sarebbero diventati preziosissimi.
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Condividi su:Genio incompreso perché le sue intuizioni di allora apparvero banali ed inutili. Semplicemente capì che da un malato all’altro qualcosa che poteva rimaneva attaccato alle mani poteva provocare a sua volta un’infezione.
Nell’aprile del 1847, mentre lavorava in forma precaria, Ignaz Semmelweis aveva scoperto a Vienna che la febbre puerperale, che uccideva fino anche al 40% delle donne che partorivano in ospedale, era un’infezione dalla stessa natura di quella che metteva in pericolo la vita dei chirurghi che si ferivano accidentalmente durante autopsie o durante interventi su pazienti infetti.
La sua intuizione fu che sei colui che visitava una partoriente proveniva da una sala operatoria dove avevano compiuto un esame su un cadavere senza alcuna protezione (né lavaggio o disinfezione), o aveva prima visitato una persona infetta, poteva trasmettere alla puerpera una malattia mortale.
La febbre puerperale, insomma, era causata dal medico stesso, che trasportava qualcosa che rimaneva attaccato alle sue mani e che provocava la malattia.
Altra costatazione fu che l’ostetricia a Vienna aveva due padiglioni: nel primo c’erano i medici e gli studenti, nel secondo le ostetriche. Proprio nel secondo la percentuale delle morti per febbre puerperale era più bassa, questo perché le ostetriche, a differenza di medici e studenti, non facevano autopsie e quindi non infettavano le partorienti. Fu allora che Semmelweis propose di utilizzare in ospedale una soluzione di cloro per disinfettare le mani, ma la comunità dei ginecologi non fu d’accordo e derise in tutti i modi il giovane medico.
Tuttavia, forte dell’appoggio di altri più lungimiranti medici viennesi, Semmelweis in un solo anno riuscì a ridurre le morti del 90%. Ma la classe medica in generale gli fu così ostile che venne pure allontanato dalla clinica.
A nulla gli valsero le lettere aperte a singoli medici e ad accademie, a nulla valse ogni suo sforzo di convincere i medici dell’esattezza delle sue intuizioni.
Ignaz Semmelweis morì in manicomio il 13 agosto 1865. Pochi anni più tardi, quando Louis Pasteur gettò le basi e basi della tecnica batteriologica moderna, gli si riconobbero tutti i meriti.
Proprio due anni fa anche Google celebrava con un Doodle le scoperte nell’anniversario dell’inizio del tirocinio di Semmelweis come capo degli specializzandi della più grande clinica ostetrica di Vienna. Oggi è grazie alle sue scoperte che abbiamo un’arma in più per debellare le malattie così come abbiamo fatto con il tifo e il colera.
Fonte: greenme