Lo slow sex, come si trasforma la passione dopo i 50 anni. La parola a Paolo Crepet
Il sesso dopo i 50 anni? Non è che se ne parla tanto e se ne fa poco? La conversazione sul tema con lo psichiatra e scrittore Paolo Crepet fa sorgere il dubbio.
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Condividi su:In un’epoca di messaggi sessuali potenti, neanche tanto più subliminali, in cui sembra che "non farlo" sia una dichiarazione di resa all’età, la sincerità di ognuno di noi sul tema è opaca. E Crepet in questa chiacchierata ci spiega che a un certo punto anche il sesso viene a noia, almeno quello vissuto come semplice sfogo di carica erotica e di passioni manifeste. Mentre resiste il sesso che si nasconde nelle pieghe di una relazione vera, di una affettività sensuale e lenta, di un rapporto che parte dal cuore e può arrivare, ma anche no, a una sua estensione erotica. Insomma, dopo i cinquant’anni il sesso rientra nel pacchetto "affettività" più che in quello di una simpatica ginnastica dei sensi. E nelle coppie di lunga data il sesso continua in questa chiave. Come una carezza, uno sguardo, un gioco intimo. Per ritrovarsi nello spazio esclusivo della relazione.
Dopo i cinquant’anni, per sintetizzare, è il tempo dello "slow sex", quando si cerca la qualità più che la prestazione, quando si accompagnano gli inevitabili cambiamenti emotivi, ma anche fisici. Si dedica più tempo ai preliminari che "all’atto". Quando il desiderio che resiste all’avanzare dell’età si fa più dolce e inclusivo. E il sesso diventa una danza tantrica che restituisce momenti di gioia e fa bene al corpo, ma soprattutto all’anima.
Fonte: repubblica.it