Luigi Tenco si suicida dopo l’eliminazione dal Festival di Sanremo
Tormentata la vita privata soprattutto negli anni giovanili, epilogo tragico per quella professionale: il 27 gennaio 1967, a soli 29 anni, muore Luigi Tenco. A detta di molti addetti ai lavori, nonostante la breve carriera, resta uno di massimi cantautori italiani di ogni epoca.
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Condividi su:Tanto si è detto su quella morte. Un colpo di pistola nella stanza dell’Hotel Savoy di Sanremo. Aveva appena cantato al festival la canzone “Ciao amore ciao”, abbinato a Dalida, ed era stato eliminato. Per lui un bruciante dodicesimo posto. Non si erano rivelati utili nemmeno i ripescaggi, visto che gli era stata preferita la canzone “La rivoluzione” di Gianni Pettenati.
Sufficiente per togliersi la vita? Per decenni nessuno è stato in grado di dare una risposta. La fidanzata Valeria, l’ultima persona che ha sentito la sua voce – una telefonata dall’albergo – agli inquirenti ha raccontato di un Tenco arrabbiato per l’eliminazione, questo sì, ma anche combattivo: intenzionato a rivelare tutta la combine che era convinto di avere smascherato. Per alcuni colleghi quali Bruno Lauzi, Fabrizio De Andrè, Gino Paoli e Ornella Vanoni non c’era invece alcun dubbio: di sicuro si trattava di un suicidio.
La certezza per tutti arriverà soltanto 38 anni più tardi: nel dicembre 2005 la Procura della Repubblica di Sanremo dispone la riesumazione della salma e l’esecuzione dell’autopsia. Questa, nel febbraio 2006, darà il responso definitivo: è stato lo stesso Tenco a togliersi la vita.
Al mondo della musica lascia non solo tre album (più quartro raccolte) e tanti inediti. Lascia soprattutto una grande eredità culturale e un grande vuoto. Saranno tanti, negli anni, i colleghi che lo ricorderanno nelle loro canzoni o che, quale omaggio, canteranno le sue. Con dolore, con affetto, con la mente rivolta a quella fine che non è mai stata dimenticata.
Fonte: seietrenta.com