Nella Via Lattea potrebbero esistere almeno 36 civiltà intelligenti: i risultati di uno studio
Nella Via Lattea potrebbero esistere almeno 36 civiltà intelligenti. La stima è il risultato di un nuovo approccio, denominato Limite Copernicano dell’Astrobiologia, che applica la teoria dell’evoluzione su scala cosmica, calcolando il tempo medio necessario alla comparsa di una civiltà come quella umana.
Condividi su:Il risultato è pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal dal gruppo dell’Università britannica di Nottingham, coordinato da Christopher Conselice.
La distanza media di queste civiltà sarebbe di circa 17.000
anni luce. Un valore che, per gli esperti, renderebbe però molto difficile le comunicazioni, considerando le attuali tecnologie. “Utilizzando come limite la possibilità che una civiltà intelligente si sia sviluppata in circa 5 miliardi di anni, come sulla Terra che ha 4,6 miliardi di anni, i nostri calcoli indicano che nella Via Lattea dovrebbero già esserci 36 civiltà attive”, ha spiegato Conselice. La stima tiene conto anche della capacità di un’eventuale civiltà avanzata di mandare nello spazio segnali della propria esistenza, radio o satellitari.
“L’ipotesi fatta nello studio è ambiziosa e affascinante, ma non tiene conto di alcuni aspetti. Innanzitutto, l’origine della vita sulla Terra: non sappiamo ancora come e quando sia apparsa -, ha spiegato all’ANSA, Barbara Cavalazzi, astrobiologa dell’Università di Bologna -. Inoltre, stimare quanti pianeti del Sistema Solare e della nostra galassia siano abitabili non è cosi semplice, poiché oltre alle condizioni fisiche e chimiche di sostenibilità e tolleranza per la vita, bisognerebbe conoscere cosa ha determinato il fiorire della vita. E questo non lo sappiamo, o almeno non ancora”.
“Nel frattempo - continua la studiosa -, l’astrobiologia cercherà risposte al quesito ’siamo soli nell’universò molto più vicino a casa nostra, con le prossime missioni su Marte, Exomars 2022 e Mars2020, e le future missioni sulle lune Europa, Encelado e Titano. Questo - conclude Cavalazzi - è sicuramente un momento affascinante e pieno di promesse per la ricerca di vita fuori dalla Terra”.