Raf: «Così ho realizzato il sogno di una canzone con mio figlio D’Art»
Si chiama «Samurai» ed è il singolo che Raf ha deciso di condividere con suo figlio. Due generazioni a confronto, due stili musicali che si fondono, riuscendo a parlare la stessa lingua grazie alla musica
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Condividi su:Raffaele e Samuele Riefoli, padre e figlio, cantano per la prima volta insieme in una canzone che unisce due generazioni, all’interno di Ringo – Insieme si vince!,il progetto dedicato alla musica, nato proprio per capire la voce dei ragazzi accorciando le distanze tra le diverse generazioni.
Il brano si chiama Samurai e parla della lotta quotidiana di ognuno di noi, tra il bene e il male, nella fatica di voler inseguire i propri obiettivi.
Raf è fiero del suo lavoro non da artista, ma da papà.
Parlano gli occhi. Guarda il figlio di continuo, si vede lo sguardo di chi sta accompagnando il sogno di un altro, quando forse i suoi li ha già realizzati tutti. Sorride di rimando anche Samuele, classe 2000, timidissimo («Ma non con le ragazze», ci tiene a specificare il papà), iscritto alla facoltà di Economia alla Luiss di Roma. È cresciuto in mezzo alla musica, ascoltando dai Nirvana ai Post Malone, anche se ammette di avere una playlist piena di rap. Il suo nome d’arte gli si è appiccicato addosso qualche anno fa, baffetti e pizzetto, lo chiamavano D’Artagnan. Troppo lungo, ecco D’Art.
Quello che vuole lo dice nella loro canzone, per cui ha scritto la parte che canta. “Ho voglia di spaccare di lasciare il segno”. Una frase che papà Raf non avrebbe mai scritto, ai suoi tempi, ma che apprezza «Oggi è giusto scriverlo così diretti». E quindi provarci, partendo da qui.
Fonte: Vanityfir.it