Scuole, ristoranti, bar, palestre: ecco il nuovo dpcm
Didattica in presenza. Ingresso alle scuole superiori non prima delle 9. Ristoranti chiusi alle 24. Coprifuoco dalle 21 ma solo se deciso dai sindaci, che protestano: "Scaricabarile". Stop a gare dilettanti sport di contatto. Le palestre e le piscine hanno una settimana per adeguarsi.
Condividi su:Bar, ristoranti e locali col servizio al tavolo chiusi alle 24, possibilità per i sindaci di chiudere strade e piazze particolarmente frequentate alle 21, stabilendo, nei fatti,“coprifuoco” locali, stop agli sport da contatto, anche dilettantistici di squadra. Per le scuole superiori ingresso non prima delle 9, se possibile turno pomeridiano e didattica a distanza nei casi più critici, per l’Università didattica mista secondo le esigenze e l’evoluzione della curva epidemica sul territorio. Rispetto alla bozza, nel testo del Dpcm illustrato stasera dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, le novità sono poche.
La più rilevante riguarda palestre e piscine, tema su cui Governo, Regioni e Comitato tecnico scientifico si sono confrontati fino a dieci minuti prima che iniziasse la conferenza stampa del premier. Ai gestori di piscine e palestre Conte ha dato sette giorni di tempo per adeguarsi ai protocolli di sicurezza, altrimenti scatterà la chiusura.
“La strategia non è e non può essere la stessa della primavera. In questi mesi abbiamo lavorato intensamente. Dobbiamo tutelare sanità ed economia, usando un principio di proporzionalità e adeguatezza”, ha sottolineato il premier, annunciando poi un provvedimento della ministra per la pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, per incrementare lo smart working.
“Le misure più efficaci - ha aggiunto il premier - restano le precauzioni di base: mascherina, distanziamento e igiene delle mani. Facciamo attenzione nelle situazioni in cui abbassiamo la guardia, con parenti ed amici. In queste situazioni occorre massima precauzione”. Raccomandazione in linea con quelle contenute nel nuovo Dpcm, la risposta del Governo all’andamento, sempre più preoccupante, della curva epidemica.
Sindaci e “coprifuoco” locali. I sindaci potranno disporre la chiusura al pubblico, dopo le ore 21, di vie o piazze nei centri urbani, “dove si possono creare situazioni di assembramento” e quindi di fatto individuare “zone rossa” sui territori.
Scuola, in presenza ma anche a distanza. Per quello che riguarda la scuola, il Dpcm dà il via libera alla didattica a distanza per le scuole superiori, ma solo “previa comunicazione al Ministero dell’Istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferito ai specifici contesti territoriali”. E c’e la possibilità di turni pomeridiani.
Nel testo, infatti, si prevede di modulare“ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9”.
Le Università, invece, decideranno come pianificare le attività, se in presenza o a distanza, sulla base dell’evoluzione del quadro epidemiologico del territorio e in funzione delle esigenze formative.
Sport e gare. Quanto agli eventi e alle competizioni sportive, saranno consentiti solo quelli che riguardano sport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale. Per la presenza di pubblico restano i limiti già fissati nel precedente Dpcm: massimo 1000 spettatori all’aperto, 200 nei luoghi chiusi, con una percentuale massima di riempimento di palazzetti e centri sportivi del 15% rispetto alla capienza totale ma mai oltre quota mille. Fortemente limitati gli sport di contatto, nella dimensione dilettantistica sospese tutte le gare, le competizioni e anche le attività connesse agli sport di contatto con carattere ludico amatoriale.
Sale bingo e sale giochi, sagre e fiere. Le attività delle sale bingo o delle sale giochi saranno consentite dalle 8 alle 21, mentre si prevede il divieto di sagre e fiere di comunità e sospese le attività convegnistiche e congressuali, tranne quello che si svolgeranno in videoconferenza. “È fortemente raccomandato - si legge nel testo - svolgere anche le riunioni private in modalità a distanza”.
Riunioni a distanza, “salvo motivate ragioni”, anche nelle pubbliche amministrazioni.
Nei ristoranti, nei bar e nei locali, leattività sono consentite dalle 5 alle 24 se c’è il servizio al tavolo - con un massimo di sei persone per tavolo - fino alle 18 se il servizio al tavolo non c’è. Gli esercenti avranno l’obbligo di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone che può contenere contemporaneamente. Disposizione, questa, prevista per rendere più agevoli i controlli e voluta in particolare dal Comitato tecnico scientifico.
Fin qui il testo del nuovo Dpcm illustrato stasera da Conte. La conferenza stampa del premier non era neanche finita che già l’Anci protestava, con una nota scritta dal presidente dell’Associazione, e sindaco di Bari, Antonio Decaro. Indice puntato contro la facoltà riconosciuta ai sindaci di disporre la chiusura al pubblico, dopo le ore 21, di vie o piazze nei centri urbani, “dove si possono creare situazioni di assembramento”.
“Il governo, senza nemmeno affrontare il tema nelle numerose riunioni di queste ore, inserisce in un Dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell’opinione pubblica. Questo non lo accettiamo - ha scritto Decaro - Ci saranno le forze dell’ordine a controllare le aree pubbliche in cui sarà vietato l’ingresso e a riconoscere residenti e avventori dei locali? I cittadini non si sposteranno da una piazza a un’altra?
Nei momenti difficili le istituzioni si assumono le responsabilità non le scaricano su altre istituzioni con cui lealmente dovrebbero collaborare. I sindaci - è la conclusione - sono abituati ad assumersi le loro responsabilità. Vorremmo che tutte le istituzioni facessero lo stesso”.
Fonte: Huffpost Italia