Uk: studenti ridotti alla fame dalla pandemia, gli italiani tornati a casa. “Col lockdown niente lavoro. Emergenza povertà giovanile”
“La situazione è drammatica, a raccontarlo mi vengono le lacrime”. Elyas Ismail parla chiaro, senza nascondere sbigottimento e disperazione.
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Condividi su:Lui è l’organizzatore del Newham Community Project, una delle banche del cibo più famose di Londra da quando un servizio sulle tv britanniche ha mostrato code di centinaia di studenti internazionali, prevalentemente indiani, in attesa di viveri di prima necessità. Lui però non se lo sarebbe mai aspettato. “Siamo partiti servendo 50-60 persone del vicinato nell’est di Londra (aree tra le più povere della capitale), poi hanno cominciato a rivolgersi a noi studenti che morivano di fame. Un mese fa sono venuti in 1700, la scorsa settimana siamo saliti addirittura a duemila”, dice Ismail, rammaricandosi per il fatto che per la prima volta in 10 mesi lo scorso martedì è rimasto senza scorte e ha dovuto rimandare a casa degli studenti a pancia vuota. Il Comune offre il 25% degli aiuti, il resto è donato dalla comunità. Gli studenti in coda sono vittime di un sistema universitario che “munge rette esose e si serve di agenzie di reclutamento senza scrupoli”, ci spiega Ismail: “In cerca di opportunità migliori gli studenti indiani e le loro famiglie vendono tutto quello che possono per pagare all’università fino a 19mila sterline all’anno. Le agenzie poi falsificano i documenti per provare che gli studenti hanno fondi sufficienti per mantenersi, presupposto per ottenere il visto di studio”. Il colpo di grazia è arrivato dal lockdown che li ha privati dell’opportunità di lavorare per pagare affitto e cibo.
Fonte: Ilfattoquotidiano.it